Intervento nella seduta del 30 ottobre 1990
L’esigenza e la volontà di rientrare nella media dei comportamenti economici e finanziari dell’Europa impone ai vari livelli di governo l’eliminazione dei deficit, cancellando le storture della spesa pubblica e restituendo efficienza ad apparati spesso scarsamente produttivi, perseguendo l’equità fiscale e la lotta all’evasione. L’obiettivo primario è quello di ridurre l’incidenza del debito pubblico sul prodotto interno lordo. In parole chiare, si tratta di rallentare il tasso di crescita del benessere delle famiglie per mantenere aperte le prospettive future di più marcato sviluppo.
Il raggiungimento di tale risultato passa attraverso una politica di austerità e di rigore e non è perseguibile solo con uno sforzo quantitativo. Occorre anche uno sforzo qualitativo. È una scelta di riforma dello Stato e della pubblica amministrazione, della qualità della spesa sociale che può essere conseguita solo con l’assunzione di responsabilità dei vari livelli istituzionali e delle forze politiche, con la partecipazione degli operatori economici e sindacali, con la comprensione e la condivisione dei cittadini. Ed è per questo che anche la nostra Regione si sta battendo affinché il risanamento finanziario dello Stato avvenga attraverso l’azione positiva e concreta del sistema delle autonomie locali che devono diventare articolazioni forti dello Stato avendo riconosciute più funzioni, più responsabilità, più risorse. Ed è per questo che operiamo per ridurre la tentazione centralistica ed onnicomprensiva del Governo nazionale che deve assumersi, come responsabilità fondamentale, il riequilibrio delle gravi disuguaglianze territoriali, ma che deve anche rinnovare lo Stato favorendo la crescita delle autonomie locali ed il decentramento ad esse di funzioni e risorse non sostitutive, ma aggiuntive.
(…) In questo quadro di azioni decise e di strategie concrete non può esserci spazio all’italica furbizia e agli opportunismi che sempre germogliano alle prime difficoltà. Il male dell’esasperata ricerca di consenso non può svilire l’impegno al rinnovamento dello Stato, ad una vasta protesta ogniqualvolta si affrontano argomenti difficili o diventa necessario richiedere qualche sacrificio ai cittadini.
Il raggiungimento di tale risultato passa attraverso una politica di austerità e di rigore e non è perseguibile solo con uno sforzo quantitativo. Occorre anche uno sforzo qualitativo. È una scelta di riforma dello Stato e della pubblica amministrazione, della qualità della spesa sociale che può essere conseguita solo con l’assunzione di responsabilità dei vari livelli istituzionali e delle forze politiche, con la partecipazione degli operatori economici e sindacali, con la comprensione e la condivisione dei cittadini. Ed è per questo che anche la nostra Regione si sta battendo affinché il risanamento finanziario dello Stato avvenga attraverso l’azione positiva e concreta del sistema delle autonomie locali che devono diventare articolazioni forti dello Stato avendo riconosciute più funzioni, più responsabilità, più risorse. Ed è per questo che operiamo per ridurre la tentazione centralistica ed onnicomprensiva del Governo nazionale che deve assumersi, come responsabilità fondamentale, il riequilibrio delle gravi disuguaglianze territoriali, ma che deve anche rinnovare lo Stato favorendo la crescita delle autonomie locali ed il decentramento ad esse di funzioni e risorse non sostitutive, ma aggiuntive.
(…) In questo quadro di azioni decise e di strategie concrete non può esserci spazio all’italica furbizia e agli opportunismi che sempre germogliano alle prime difficoltà. Il male dell’esasperata ricerca di consenso non può svilire l’impegno al rinnovamento dello Stato, ad una vasta protesta ogniqualvolta si affrontano argomenti difficili o diventa necessario richiedere qualche sacrificio ai cittadini.