A DIECI ANNI DI DISTANZA
L’Associazione “Paolo Ferraris” ha ritenuto di ricordare il decennale della scomparsa di Paolo Ferraris non con una semplice commemorazione, ma con una iniziativa che, sullo stile di Paolo, aiuti a pensare in grande, sappia guardare fuori dei nostri confini (“mettere il naso fuori dall’uscio” era lo slogan da lui suggerito per un manifesto elettorale).
Oggi il Monferrato e il suo capoluogo stanno vivendo un momento delicato; il rischio della perdita di istituzioni e servizi fondamentali per tenere unito il territorio, valorizzarne l’identità di area e per concorrere al suo sviluppo, è di giorno in giorno più concreta.
Il venir meno del peso e del ruolo politico che Paolo ha sempre saputo rappresentare ha certamente influito sugli esiti del nostro sviluppo socio-economico e istituzionale; ma egli ci ha anche insegnato a non disperare mai, a impegnarci fino all’ultimo per ottenere risultati importanti. Da questo insegnamento dobbiamo trarre oggi lo stimolo a lavorare per la progettualità, a stabilire alleanze fra territori, a “sognare” soluzioni nuove per il futuro del Monferrato.
E in questo solco, l’Associazione ha ritenuto importante cogliere l’occasione per affrontare il tema dello sviluppo turistico per quello che è un unico territorio che va da Alba a Casale Monferrato (un’unica area o provincia collinare che è ricca di storia, arte, produzioni tipiche, paesaggi, imprenditoria turistica e agricola).
Nella serata del 29 novembre si è svolto l’incontro “Casale Asti Alba un territorio che guarda al domani” con la partecipazione quali relatori di Raul Molinari (esperto di marketing), del Prof. Cesare Emanuel (Vice Rettore dell’Università del Piemonte Orientale), della dott.ssa Marcella Bono (Amministratore delegato di MON.D.O.) e del Sen. Riccardo Triglia.
Dopo il saluto di Carlo Baviera (presidente dell’Associazione), hanno portato il loro saluto il sindaco di Casale Monferrato Paolo Mascarino e il Presidente della Provincia Paolo Filippi.
Poi Cesare Emanuel ha tracciato un quadro storico-geografico del territorio in questione, rilevando l’importante ruolo di Casale come porta di accesso alle aree metropolitane di Torino (che ormai si estende fino a Crescentino e alla Valle Cerrina) e Milano (che arriva fino a Novara e sta per inglobare anche Vercelli). Secondo Emanuel, una collaborazione tra Casale, Asti e Alba avrebbe ottime possibilità di riuscita, dal punto di vista turistico, vista la complementarietà delle offerte di ogni città. L’aspetto debole di questo scenario è però dato dalla mancanza di coesione tra i territori e le città citate, «che le comunità collinari fortemente volute da Paolo Ferraris dovrebbero ricreare».
Raul Molinari, albese, ha espresso con doti di provocatore l’interesse per un progetto di coesione, affermando che se Alba ha una grande forza economica, manca di quella culturale, di prima grandezza invece a Casale che «in nome del suo ruolo di capitale del Monferrato dovrebbe fare da apripista».
Marcella Bono è partita da ciò che in Monferrato già esiste e funziona bene (la ricettività, la cui alta qualità colpisce sempre favorevolmente i tour operator), soffermandosi sui due altri fattori necessari a rendere appetibile a livello turistico qualsiasi territorio: i trasporti e la gestione delle iniziative per vivere il territorio. La Bono ha anche rilevato la necessità di un’offerta altamente personalizzabile, per venire incontro alle esigenze del turista di oggi, non più interessato ai “pacchetti” omologati.
In conclusione, Riccardo Triglia ha affermato con forza che alla base di ogni tipo di alleanza possibile debba esserci un potenziamento delle singole realtà cittadine, e ha parlato del senso di declino evidente sul territorio casalese, (a causa anche della più che probabile perdita dell’Asl) imputabile a una gestione politica che «rappresenta male la nostra società e che dobbiamo superare, per uscire dal clima di stato d’assedio che si respira a Casale e in Monferrato».
Secondo Triglia bisogna partire dallo studio e dall’investimento sui punti forti di questa zona (ambiente, storia, arte e cultura, religione) con l’opera di professionisti e non di politici, perché «lo sviluppo a cui miriamo dobbiamo meritarcelo».
Durante la serata il vicepresidente dell’associazione Paolo Ferraris Stefano Musso, ha presentato una proposta, certamente non esaustiva dell’argomento discusso: la creazione di un “cammino” che colleghi le tre città, in collaborazione con il CAI di Asti che sta realizzando una via fino a Crea, e con il desiderio di far rivivere la Superga-Crea.
Oggi il Monferrato e il suo capoluogo stanno vivendo un momento delicato; il rischio della perdita di istituzioni e servizi fondamentali per tenere unito il territorio, valorizzarne l’identità di area e per concorrere al suo sviluppo, è di giorno in giorno più concreta.
Il venir meno del peso e del ruolo politico che Paolo ha sempre saputo rappresentare ha certamente influito sugli esiti del nostro sviluppo socio-economico e istituzionale; ma egli ci ha anche insegnato a non disperare mai, a impegnarci fino all’ultimo per ottenere risultati importanti. Da questo insegnamento dobbiamo trarre oggi lo stimolo a lavorare per la progettualità, a stabilire alleanze fra territori, a “sognare” soluzioni nuove per il futuro del Monferrato.
E in questo solco, l’Associazione ha ritenuto importante cogliere l’occasione per affrontare il tema dello sviluppo turistico per quello che è un unico territorio che va da Alba a Casale Monferrato (un’unica area o provincia collinare che è ricca di storia, arte, produzioni tipiche, paesaggi, imprenditoria turistica e agricola).
Nella serata del 29 novembre si è svolto l’incontro “Casale Asti Alba un territorio che guarda al domani” con la partecipazione quali relatori di Raul Molinari (esperto di marketing), del Prof. Cesare Emanuel (Vice Rettore dell’Università del Piemonte Orientale), della dott.ssa Marcella Bono (Amministratore delegato di MON.D.O.) e del Sen. Riccardo Triglia.
Dopo il saluto di Carlo Baviera (presidente dell’Associazione), hanno portato il loro saluto il sindaco di Casale Monferrato Paolo Mascarino e il Presidente della Provincia Paolo Filippi.
Poi Cesare Emanuel ha tracciato un quadro storico-geografico del territorio in questione, rilevando l’importante ruolo di Casale come porta di accesso alle aree metropolitane di Torino (che ormai si estende fino a Crescentino e alla Valle Cerrina) e Milano (che arriva fino a Novara e sta per inglobare anche Vercelli). Secondo Emanuel, una collaborazione tra Casale, Asti e Alba avrebbe ottime possibilità di riuscita, dal punto di vista turistico, vista la complementarietà delle offerte di ogni città. L’aspetto debole di questo scenario è però dato dalla mancanza di coesione tra i territori e le città citate, «che le comunità collinari fortemente volute da Paolo Ferraris dovrebbero ricreare».
Raul Molinari, albese, ha espresso con doti di provocatore l’interesse per un progetto di coesione, affermando che se Alba ha una grande forza economica, manca di quella culturale, di prima grandezza invece a Casale che «in nome del suo ruolo di capitale del Monferrato dovrebbe fare da apripista».
Marcella Bono è partita da ciò che in Monferrato già esiste e funziona bene (la ricettività, la cui alta qualità colpisce sempre favorevolmente i tour operator), soffermandosi sui due altri fattori necessari a rendere appetibile a livello turistico qualsiasi territorio: i trasporti e la gestione delle iniziative per vivere il territorio. La Bono ha anche rilevato la necessità di un’offerta altamente personalizzabile, per venire incontro alle esigenze del turista di oggi, non più interessato ai “pacchetti” omologati.
In conclusione, Riccardo Triglia ha affermato con forza che alla base di ogni tipo di alleanza possibile debba esserci un potenziamento delle singole realtà cittadine, e ha parlato del senso di declino evidente sul territorio casalese, (a causa anche della più che probabile perdita dell’Asl) imputabile a una gestione politica che «rappresenta male la nostra società e che dobbiamo superare, per uscire dal clima di stato d’assedio che si respira a Casale e in Monferrato».
Secondo Triglia bisogna partire dallo studio e dall’investimento sui punti forti di questa zona (ambiente, storia, arte e cultura, religione) con l’opera di professionisti e non di politici, perché «lo sviluppo a cui miriamo dobbiamo meritarcelo».
Durante la serata il vicepresidente dell’associazione Paolo Ferraris Stefano Musso, ha presentato una proposta, certamente non esaustiva dell’argomento discusso: la creazione di un “cammino” che colleghi le tre città, in collaborazione con il CAI di Asti che sta realizzando una via fino a Crea, e con il desiderio di far rivivere la Superga-Crea.